Una mannaia si abbatte su tutti i possessori di teleoni cellulari. Se hai installato WhatsApp allora è possibile che sei stato infettato.
WhatsApp è una delle applicazioni di messaggistica più popolari al mondo, con oltre 2 miliardi di utenti attivi. Grazie alla sua facilità d’uso, alle chat crittografate e alla disponibilità gratuita, è diventata un pilastro della comunicazione globale. Tuttavia, questa diffusione di massa ha reso WhatsApp anche un bersaglio allettante per cybercriminali e governi che vogliono accedere a informazioni sensibili.
Tra i rischi più gravi associati all’uso di WhatsApp vi è l’infezione da virus e spyware. Questi software malevoli possono compromettere la sicurezza dei dati personali e trasformare il nostro dispositivo in un occhio indiscreto nelle mani di malintenzionati.
WhatsApp infettato da uno spyware, ecco cosa sta accadendo al tuo cellulare
Proprio in queste ore, infatti, è venuta a galla una notizia inquietante. Migliaia di telefonini cellulari sarrebbero stati infettati tramite uno spyware. La notizia viene fuori da una incheista contro la NSO Group con sede in Israele. Sarebbero loro, infatti, gli artefici di questo attacco informatico tramite il loro spyware Pegasus. Uno spyware è un tipo di software dannoso progettato per infiltrarsi in un dispositivo al fine di raccogliere informazioni personali senza il consenso dell’utente.
Già questo basterebbe a far tremare i polsi a chiuqneu di noi. Il virus, però, può anche monitorare attività online, intercettare messaggi, registrare chiamate e persino attivare microfono e fotocamera, tutto senza che l’utente si accorga di nulla. Ecco che l’aver scoperto che, migliaia di teleonini cellulari, sono stati infettati tramite questo virus, crea disagi e problemi a moltissime persone.
Il caso dello spyware legato a WhatsApp, ossia Pegasus, è uno dei più delicati. Ci troviamo, infatti, dinanzi ad un sofisticato strumento di sorveglianza sviluppato dalla società israeliana NSO Group. Nel 2019, è emerso che Pegasus aveva sfruttato una vulnerabilità di WhatsApp per infettare oltre 1.400 dispositivi in tutto il mondo, tra cui quelli di giornalisti, attivisti per i diritti umani e alti funzionari governativi.
L’infezione avveniva tramite una chiamata WhatsApp: bastava riceverla, anche senza rispondere, per permettere allo spyware di infiltrarsi nel dispositivo. E’ la stessa WhatsApp ad aver negli anni smascherato questo attacco ed, oggi, ha denunciato la NSO Group portando a galla tutta la vicenda.