La Legge n. 150, che entrerà in vigore il 31 ottobre, porta con sé una serie di novità significative riguardanti la valutazione degli alunni e la tutela del personale scolastico. Con le sue misure, si punta a semplificare e rendere più chiara la disciplina in materia di valutazione, conservando al contempo l’importanza della responsabilità educativa e del comportamento.
Una delle principali innovazioni riguarda la valutazione degli studenti. Nella scuola primaria, la valutazione sarà effettuata attraverso giudizi sintetici, una modalità di espressione che si focalizza sui livelli di apprendimento raggiunti dagli alunni. Gli insegnanti, quindi, non utilizzeranno solo voti numerici, bensì forniranno commenti che descrivano le competenze acquisite, incluso l’insegnamento di educazione civica. Anche la valutazione comportamentale seguirà questa linea, essendo espressa con un giudizio sintetico nel documento di valutazione.
Per la secondaria di primo grado, la situazione cambia leggermente. Qui il voto di condotta verrà espresso in decimi, ed è evidente che un punteggio inferiore a sei decimi porterà a non essere ammessi all’anno scolastico successivo. In una sorta di continuità, alla secondaria di secondo grado, i ragazzi con un voto di condotta di almeno sei decimi saranno chiamati a sviluppare un elaborato critico su temi di cittadinanza attiva e solidale, elementi fondamentali della formazione moderna. Se non presentano questo elaborato, rischiano di non essere ammessi nel nuovo anno scolastico.
Ancora più interessante è il fatto che, per ottenere il punteggio più alto relativo al credito scolastico, il comportamento deve essere valutato con almeno nove decimi. La legge prevede anche che, in caso di valutazione negativa, gli studenti saranno coinvolti in attività di approfondimento sulla cittadinanza attiva, il che rappresenta un intervento educativo piuttosto innovativo.
Un aspetto fondamentale di questa legge è legato al comportamento e alle sanzioni disciplinari. Quando uno studente è sospeso per più di due giorni, sono previste delle attività di solidarietà. Queste servono ad affrontare non solo la disciplina ma anche l’educazione del ragazzo. Il voto di condotta avrà un peso non indifferente nella valutazione. In particolare, si evidenzia che comportamenti violenti o aggressioni verso il personale scolastico o altri studenti peseranno notevolmente sulle decisioni finali.
In paesi dove il rispetto e la disciplina sono considerati pilastri dell’educazione, questa legge potrebbe avere un impatto severo ma necessario. Infatti, le segnalazioni di atti violenti all’interno delle scuole sono cresciuti notevolmente, e l’impegno del legislatore mira a restituire un ambiente educativo sano e rispettoso. Nonostante alcune misure siano viste come dure, il fine è quello di *chiarire che il comportamento ha una serie di conseguenze che non può essere ignorato. Questo nuovo approccio intende quindi incentivare una riflessione profonda sulle proprie azioni da parte degli studenti, che dovranno comprendere le conseguenze delle stesse.
L’assegnazione di multe che vanno da 500 a 10.000 euro è sicuramente una misura di protezione rivoluzionaria per il personale scolastico. Con la legge, infatti, si stabilisce che nel caso di condanna per reati contro i docenti o il personale scolastico, il pagamento in quanto riparazione pecuniaria andrà a beneficio dell’istituzione educativa di appartenenza della vittima. Ciò costituisce un passo importante nel riconoscimento del valore del personale scolastico e nel combattere ogni forma di aggressione e violenza.
Un segnale forte da parte del legislatore, insomma, per restituire dignità e rispetto a chi lavora ogni giorno per educare e formare le nuove generazioni. Le sanzioni finanziarie non sono solo un deterrente, ma simbolizzano anche la responsabilità collettiva di ogni comunità scolastica. Quando le istituzioni intervengono in questo modo, pongono l’accento sull’importanza dell’integrità e del rispetto, valori fondamentali per il corretto funzionamento di ogni ambiente educativo. In questo modo, le scuole possono e devono tornare a essere luoghi di apprendimento sereno e protetto.
A partire dall’anno scolastico 2025/2026, si prevede la possibilità di introduzione di classi a metodo Montessori nelle scuole secondarie di primo grado. È un’opzione interessante, che apre anche nuove strade in termini di approccio educativo. L’adozione del metodo Montessori, noto per promuovere l’autonomia e l’apprendimento attivo, offre un’alternativa alle tradizionali metodologie didattiche. Le istituzioni scolastiche interessate dovranno attenersi a specifici criteri metodologici delineati nel decreto ministeriale, il quale include anche la necessità di avere un ciclo completo di scuola primaria già a metodo Montessori.
Il Ministero dell’Istruzione, per facilitare questo processo, metterà a disposizione un documento tecnico elaborato da esperti del settore. La creazione di classi di questo tipo, però, non sarà automatica, bensì soggetta a condizioni ben precise, come l’assegnazione delle risorse necessarie e la presenza di un personale docente qualificato. Questi docenti dovranno possedere un titolo di specializzazione in differenziazione didattica per l’insegnamento secondo i principi Montessori.
Le novità presentate da questa legge potrebbero modificare in modo significativo il panorama educativo. Le classi a metodo Montessori rappresentano solo una delle strade nuove che le scuole potranno intraprendere per rispondere alle diverse esigenze di apprendimento, potendo così promuovere esperienze di studio alternative che si allineano con i tempi moderni.
La legge n. 150 si propone di rispondere alle sfide del mondo scolastico contemporaneo, rendendo l’ambiente educativo più attento e responsabile nei confronti tanto degli studenti quanto degli educatori. Con l’attuazione di queste misure, si spera di favorire una crescita integrata e responsabilizzante per tutti gli attori coinvolti.