Il 16 ottobre 2023 segna una data importante per il sistema scolastico italiano, grazie all’uscita della Legge n. 150 sulla Gazzetta Ufficiale. Questa nuova norma, che entrerà ufficialmente in vigore il 31 ottobre prossimo, promette di trasformare non solo la valutazione degli studenti, ma anche la protezione del personale scolastico e l’istituzione di diversi indirizzi scolastici. Nel giro di 180 giorni, verranno inoltre resi noti i regolamenti attuativi. Ma quali sono le novità e le polemiche legate a questo provvedimento?
La nuova legge rivoluziona il modo in cui gli studenti vengono valutati. Nella scuola primaria, i giudizi passeranno a formule più sintetiche, allontanandosi dal classico sistema di voto. Nelle scuole secondarie, invece, per il voto di condotta, verrà introdotto un sistema in decimi, il che significa che un punteggio di 5 potrebbe determinare la non ammissione, una decisione che ha immediatamente suscitato reazioni miste e preoccupazioni.
Inoltre, gli studenti delle superiori con un voto di condotta pari a 6 dovranno cimentarsi nella realizzazione di un progetto relativo alla cittadinanza attiva, un’iniziativa che, sebbene potenzialmente educativa, ha portato a considerare quanto sia tossico questo legame tra la valutazione comportamentale e le conseguenze accademiche. Allo stesso tempo, gli studenti che riceveranno sospensioni superiori ai due giorni saranno obbligati a partecipare a attività di cittadinanza attiva, secondo il principio che l’esperienza diretta possa, in qualche modo, redimere.
Critiche e dubbi sulla nuova legge
Non sono mancate le critiche a questa legge. La FLC CGIL ha espresso forti preoccupazioni, in particolare per quanto riguarda l’impostazione della valutazione del comportamento. Secondo il sindacato, l’orientamento sembra concentrarsi troppo su aspetti sanzionatori, allontanandosi dagli obiettivi educativi e dal vero significato pedagogico della valutazione. Questo approccio potrebbe generare un senso di paura più che di responsabilità tra gli studenti.
In audizione presso la VII commissione della Camera, la FLC ha ribadito come l’attuale impostazione non favorisca lo sviluppo delle competenze di cittadinanza, su cui tanto si insiste, creando un contesto dove la disciplina diventa il centro della formazione piuttosto che un’occasione per l’arricchimento personale e sociale. Tanti dubbi affiorano anche per il futuro: quanto realmente contribuiranno queste nuove regole a ridurre il bullismo e la violenza in ambiente scolastico? Con tali considerazioni, le polemiche sui metodi educativi diventeranno sempre più presenti nel dibattito pubblico.
Misure contro la violenza e il bullismo scolastico
Un tema che inquieta è quello della violenza nelle scuole, e la nuova legge si propone di affrontarlo in modo decisivo. Sono previste multe che potranno arrivare fino a 10 mila euro per coloro che aggrediscono insegnanti o personale scolastico. Questa misura è stata concepita come deterrente, per garantire maggiore sicurezza e rispetto nei confronti di chi lavora nell’istruzione. Tuttavia, c’è chi si chiede se questa multa sia davvero il modo più efficace per fermare fenomeni complessi come il bullismo.
Al di là delle sanzioni, è fondamentale promuovere una cultura del rispetto e dell’inclusione nelle scuole. Peraltro, la Tecnica della Scuola ha pensato di coinvolgere i lettori attraverso un sondaggio online per capire meglio la percezione di queste nuove norme. Le domande riguardano, ad esempio, il ruolo degli intervistati nel mondo scolastico e come percepiscano l’impatto della valutazione sul comportamento e della multa. Questo tipo di partecipazione potrebbe rivelarsi utile per raccogliere opinioni e informazioni cruciali sul tema.
Istituzioni scolastiche e metodo Montessori
Tra le altre novità proposte dalla Legge n. 150 spicca l’introduzione delle classi a metodo Montessori nelle scuole secondarie di primo grado, a partire dall’anno scolastico 2025/2026. Si tratta di un’iniziativa che ha sollevato un certo interesse. L’implementazione di questo metodo sarà possibile solo se le scuole avranno già attivato un ciclo completo di scuola primaria Montessori e saranno dotate delle condizioni logistiche e didattiche adeguate.
Le scuole potranno effettuare richiesta di autorizzazione per istituzionalizzare queste classi, sempre con la presenza di docenti che abbiano ricevuto specifica formazione nel metodo Montessori. Questo approccio educativo si basa sull’idea che ogni studente dovrebbe seguire il proprio ritmo di apprendimento e che l’autonomia, combinata con l’osservazione attenta del docente, possa portare a risultati straordinari. La curiosità di capire come queste classi saranno strutturate e quali riscontri riceveranno potrebbe aprire nuovi orizzonti per l’educazione italiana.
Le trasformazioni che la recente Legge n. 150 porta con sé meritano di essere seguite con attenzione. I prossimi mesi saranno cruciali per comprendere come queste innovazioni verranno sperimentate.