Pesticidi presenti in alcune verdure, alcune sono decisamente contaminate e pericolose: l’analisi di Legambiente fa chiarezza.
La dieta Mediterranea, tra quelle maggiormente esaltate e seguite nel mondo, è considerata equilibrata e ricca di preziosi elementi come frutta e verdura. Il consumo quotidiano di queste categorie di cibo è consigliato da medici e nutrizionisti, che non possono prevedere un regime alimentare privo di questo tipo di alimenti. I vegetali apportano fibre, acqua ma anche vitamine. Eppure negli ultimi anni anche frutta e verdura sono state criminalizzate e questo a causa della presenza di residui e pesticidi sui prodotti appena raccolti e pronti per la vendita.
Lo scorso anno Legambiente e Alce Nero hanno realizzato un accurato dossier, “Stop ai pesticidi”, dove hanno condiviso le loro analisi in merito ad alcuni prodotti del territorio, denunciando la presenza di pesticidi e residui. Sono stati presi alcuni campioni di frutta e verdura e fatte tutte le dovute analisi per fare chiarezza su ciò che i consumatori portano sulla loro tavola. Certo è che questi prodotti non fanno bene alla salute dell’uomo e possono anche comportare una serie di conseguenze.
Il dossier ha rivelato che la frutta continua ad essere ancora molto colpita da questo tipo di insetticidi e fungicidi, di conseguenza occorre intervenire il prima possibile e in modo decisivo. Per quanto riguarda la verdura la situazione appare totalmente diversa, e ha subito qualche cambiamento rispetto agli ultimi anni. L’esito del report è chiaro e invita gli addetti ai lavori, ma anche la dirigenza politica ad una analisi più completa del fenomeno.
Pesticidi nelle verdure: il report di Legambiente
Si circa 6085 alimenti analizzati di cui 5940 provenienti d’agricoltura convenzionale si è accertato che solo un numero molto basso è stato ha superato il Limite Massimo di Residuo (LMR) . Un dato importante che segna un cambiamento e un’attenzione non indifferente sul fenomeno. Quasi il 70% risulta regolare, nel 15% invece sono state riscontrate tracce di residui e solo 1,47%.è irregolare.
Le verdure maggiormente penalizzate sono state:
- peperoni (53,85%)
- insalate e pomodori (entrambi a quota 53,14%)
- ortaggi da foglia (38,12%) (spinaci, bietole e cavoli)
Da notare che anche negli alimenti trasformati come i cereali integrali la percentuale di irregolarità rilevata è decisamente bassa, neanche l’un per cento. Diversamente la percentuale degli alimenti con uno o più residui è del 36,22%. Da prendere come esempio il vino: nel 50,85% di campioni sono state trovare tracce rilevabili di fitofarmaci.