Perché gli attori pronunciano tre volte la parola “merda” prima di salire sul palco? Scopri il motivo di questo rituale

Attore a teatro

Il mondo del teatro è ricco di tradizioni e superstizioni, alcune delle quali possono sembrare decisamente bizzarre.

Una delle frasi più curiose è sicuramente “merda, merda, merda”, un’espressione che, a prima vista, potrebbe sembrare scorretta o inappropriata. Tuttavia, nel mondo teatrale, questa frase viene pronunciata come un rituale per augurare buona fortuna. Ma da dove viene questa strana usanza? Il suo significato va ben oltre la semplice esclamazione.

Merda e fortuna: il legame misterioso

La radice della credenza secondo cui ripetere “merda” porti fortuna si perde nel tempo e risale a un periodo in cui il teatro europeo si stava adattando alle nuove clientele, in particolare tra il Settecento e l’Ottocento. In quegli anni, il pubblico non era più solo composto da comuni spettatori, ma anche da borghesi e aristocratici che accedevano agli spettacoli in carrozza. Allora, in un’epoca in cui c’erano molte carrozze in circolazione, la presenza di escrementi di cavallo davanti ai teatri era vista come segno di grande affluenza. Più merda c’era, migliore era l’affluenza.

Scaramanzia a teatro
Scaramanzia a teatro- vivereateneo.it

Di conseguenza, la frase “merda, merda, merda!” veniva utilizzata per esprimere l’auspicio di una buona affluenza di pubblico e quindi di un grande successo per l’evento sul palcoscenico. Anche se l’ipotesi delle carrozze e del letame ha una sua logica, sono sorte nel tempo molte varie interpretazioni. Ad esempio, il drammaturgo Roberto Mercadini mette in dubbio l’utilità di questa spiegazione, sostenendo che il teatro italiano aveva sempre spazi per spettatori meno abbienti e quindi il legame diretto tra il letame e il successo potrebbe non reggere.

Tradizioni teatrali a confronto: “break a leg!”

Se ci si sposta un attimo oltre i confini nazionali, ci si rende conto che rituali scaramantici per augurare fortuna sono diffusi in ogni angolo del mondo. In Inghilterra, per esempio, al tradizionale “good luck” viene preferito l’ironico “break a leg!”, che letteralmente significa “rompersi una gamba”. La scelta di questa frase, sebbene possa suonare incomprensibile, è in realtà collegata a molteplici teorie interessanti. Alcuni credono che significhi ricevere così tanti applausi da rischiare di farsi male, mentre per altri essere al di fuori della “leg line” sottintende che non si riceverà una paga se non si va oltre quel confine.

Questo fa riflettere su come ogni cultura sviluppi le proprie forme di scaramanzia e credenze. In tanti contesti, quindi, i rituali sono un modo non solo di pregare per un buon esito, ma anche di esorcizzare la paura del fallimento. La scaramanzia va ben oltre le semplici abitudini linguistiche, invitando a considerare il potere del pensiero positivo e delle energie che si sprigionano in situazioni cariche di emozione.

La psicologia della scaramanzia e del pensiero magico

La scaramanzia, in tutte le sue forme, si allinea strettamente al cosiddetto “pensiero magico”, che in psicologia viene studiato per comprendere il perché gli individui ricorrano a rituali per gestire l’ansia e le incertezze. Queste pratiche non solo possono alleviare lo stress, ma fungono anche da meccanismi motivazionali. In questo contesto, si cerca di evitare frasi che portino sfortuna, evitando di menzionare la fortuna nei termini espliciti.

Secondo alcune interpretazioni psicologiche, persino frasi come “in bocca al lupo!” possono avere significati opposti a seconda delle credenze culturali, creando una comica ambiguità. In certi casi, dire parole scaramantiche più negative sarebbe preferibile per scongiurare energie indesiderate. Un’altra componente importante è la percezione dell’incertezza: situazioni come esami o performance artistiche, dove il dolore dell’errore è palpabile, alimentano la necessità di fare qualcosa per sentirsi meglio e più protetti.

Diversi e sorprendenti riti propiziatori continuano a prendere piede nel mondo del teatro e oltre, a dimostrazione di come la cultura popolare si intersechi in modi inaspettati con la vita quotidiana. Così, mentre alcuni si danno appuntamento nei teatri, altri si preparano a pronunciare frasi che, sebbene strane, riescono a regalare un pizzico di serenità in un mare di incertezze.