La possibilità di andare in pensione con 20 anni di contributi è un tema di interesse per i lavoratori che si avvicinano all’età pensionabile
Questo vale in particolare per coloro che non hanno accumulato una carriera contributiva lunga. Il sistema previdenziale italiano offre diverse opzioni per il pensionamento, sia di vecchiaia che anticipato, e queste opzioni sono destinate a cambiare anche nel 2025, continuando a offrire flessibilità per chi non ha carriere contributive estese.
La misura principale del sistema, la pensione di vecchiaia ordinaria, permette di accedere alla pensione a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Questa opzione non fa distinzioni di genere, categoria professionale o stato di invalidità. È una misura inclusiva che punta a garantire una pensione a tutti coloro che hanno contribuito per almeno due decenni. Per i lavoratori iscritti prima del 1996, non esistono vincoli sull’importo minimo della pensione, che può essere integrata al minimo, beneficiando così delle maggiorazioni sociali.
Contributivi puri: cosa cambia per i lavoratori
Per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995, definiti “contributivi puri”, la situazione è leggermente diversa. Possono andare in pensione a 67 anni con 20 anni di contributi solo se l’importo della pensione è almeno pari all’assegno sociale. In caso contrario, la pensione di vecchiaia contributiva può essere ottenuta a 71 anni con soli 5 anni di contributi, poiché a quell’età non è richiesto di raggiungere un importo minimo.
Le lavoratrici possono beneficiare di ulteriori agevolazioni. Nel 2025, le donne con quattro o più figli potranno accedere alla pensione a 65 anni e 8 mesi, godendo di uno sconto di 16 mesi rispetto allo standard attuale. Attualmente, le lavoratrici possono ottenere uno sconto di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 12 mesi per tre o più figli. Questo sconto potrebbe aumentare nel 2025, offrendo un vantaggio significativo alle madri lavoratrici.
La pensione anticipata contributiva rappresenta un’altra importante opzione. Per i contributivi puri, questa misura permette di andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi, sia per uomini che per donne. Anche qui, le donne con figli possono beneficiare di uno sconto, potendo andare in pensione a 63 anni se hanno tre o più figli. Nel 2025, questo sconto potrebbe aumentare a 16 mesi per le donne con quattro o più figli. Tuttavia, è importante notare che queste disposizioni possono essere soggette a interpretazioni diverse nella legge di Bilancio, e quindi potrebbero subire modifiche.
Un’altra opzione interessante è la pensione anticipata per gli invalidi. Le lavoratrici con un’invalidità pari o superiore all’80% possono accedere alla pensione a 56 anni, mentre i lavoratori uomini possono farlo a 61 anni. Questa misura riconosce le difficoltà aggiuntive affrontate dai lavoratori con disabilità e offre loro un’opportunità per ritirarsi anticipatamente dal mondo del lavoro.
Per chi si trova vicino ai 20 anni di contribuzione ma non ha ancora raggiunto questa soglia, esistono varie modalità per colmare i periodi mancanti. È possibile versare contributi volontari o riscattare periodi di studio o di lavoro non coperti. Inoltre, la “pace contributiva” offre la possibilità di recuperare fino a 5 anni di contributi per riempire i vuoti contributivi, un’opzione preziosa per lavoratori che hanno avuto carriere discontinue.
Le diverse misure offerte dal sistema previdenziale italiano permettono di pianificare il pensionamento in modo flessibile, a seconda delle esigenze personali e delle carriere contributive. Con i cambiamenti previsti per il 2025, è fondamentale che i lavoratori siano informati sulle possibilità disponibili per ottimizzare il proprio percorso verso la pensione.