Mobilità docenti, ecco cosa sta succedendo per quanto concerne questo settore: tutti i cambiamenti che verranno adottati nel 2025
Le recenti discussioni riguardanti la mobilità del personale docente nei prossimi anni hanno suscitato un notevole interesse tra insegnanti e sindacati. Il Ministero dell’Istruzione e Università si prepara a rinegoziare il contratto collettivo nazionale integrativo per il triennio 2025/28, e sono già emerse alcune ipotesi sulle possibili modifiche delle fasi e delle percentuali di assegnazione delle cattedre. Questo articolo esplorerà le fasi della mobilità, le percentuali sui posti e le eventuali modifiche attese.
La mobilità del personale docente si articola attualmente in tre fasi ben distinte. La prima fase riguarda i trasferimenti all’interno dello stesso comune, permettendo ai docenti di spostarsi in scuole diverse mantenendo il loro comune di assegnazione. La seconda fase è dedicata ai trasferimenti fra comuni della stessa provincia, offrendo ulteriori opportunità di movimento, ma limitate geograficamente. Infine, la terza fase comprende la mobilità interprovinciale e quella professionale, quindi rappresenta una chiave per coloro che desiderano variare la loro esperienza professionale o che cercano opportunità in altre province.
Queste tre fasi sono fondamentali e rappresentano le diverse opportunità per i docenti di riorganizzare la propria vita lavorativa. Ogni fase ha le sue specificità, e la possibilità di spostarsi o cambiare ruolo è cruciale per molti professionisti in questo settore. Anche se attualmente tutto è regolato da un sistema definito, il panorama potrebbe cambiare significativamente con il nuovo CCNI, la cui stesura è attesa con grande interesse da parte di tutto il personale docente.
Percentuali di posti: come vengono distribuiti?
Nel CCNI 2022/25, le percentuali di posti per le prime due fasi di mobilità sono state fissate al 100%, mentre per la terza fase, quella più complessa e ambita, è stato stabilito che il 50% dei posti residui fosse dedicato a questa. Di questo 50%, si era previsto che il 25% fosse destinato ai trasferimenti interprovinciali e un ulteriore 25% ai passaggi di ruolo o cattedra. Il resto, il 50%, era riservato alle immissioni in ruolo, un aspetto cruciale per garantire stabilità al corpo docente.
Con la prossima rinegoziazione, ci si aspetta che le percentuali cambino, specialmente per la terza fase. Anche se è probabile che le prime due fasi rimangano invariate, si ipotizza fortemente che le percentuali relative alla redistribuzione dei posti nella terza fase possano venire modificate per rendere il sistema giustamente più equo e sostenibile. Insomma, chi attende di muoversi da una provincia all’altra, potrebbe trovare delle novità interessanti nei prossimi mesi, a patto che il nuovo CCNI venga approvato e attuato.
Assegnazione delle cattedre: come funziona?
L’assegnazione delle cattedre rappresenta un momento cruciale nella vita dei docenti e avviene seguendo un processo ben definito. In sostanza, i docenti esprimono delle preferenze basate su punteggio e precedenze, e la prima scuola disponibile in base a queste preferenze viene assegnata al docente con il punteggio più alto. Tuttavia, esistono delle eccezioni e delle specifiche priorità: nel caso di preferenze più generali, come comune, distretto o provincia, chi ha punteggio maggiore ottiene la prima disponibilità, anche se altri con punteggi inferiori hanno richiesto la stessa scuola.
Per le cattedre orario esterne , esiste un ordine preciso da seguire: si inizia con le cattedre interne, seguite da quelle esterne nello stesso comune, e infine, quelle tra comuni diversi. Questa suddivisione permette di gestire in modo più efficiente le risorse e offre chiare linee guida per l’assegnazione. Anche se ci si aspetta che i criteri di assegnazione restino sostanzialmente invariati nel nuovo CCNI, l’interesse continua a crescere per comprendere come queste disposizioni possano influenzare direttamente le scelte future dei docenti.
Le modifiche alla mobilità del personale docente nei prossimi anni portano con sé molteplici possibilità, sia per i trasferimenti che per l’assegnazione delle cattedre. Si preannunciano cambiamenti significativi, ma evidentemente anche una certa solidità delle linee già tracciate. Sarà interessante seguire le evoluzioni di questo importante tema che interessa non solo i professionisti del settore, ma anche le famiglie e gli alunni delle scuole italiane.