Se vuoi entrare a medicina ma non sai come fare, questo è quello che cambierà al prossimo test di ingresso: ecco i dettagli
Già da diversi mesi si discute molto della riforma del test d’ingresso per la facoltà di Medicina in Italia, una questione molto attuale e che sta attirando l’attenzione di studenti e famiglie. Con il via libera della Commissione del Senato al disegno di legge per la delega sul test d’ingresso del 2025, l’introduzione di un semestre-filtro potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui gli aspiranti medici accedono alla formazione. Questa novità genera molte domande: ma che cosa significa esattamente un semestre-filtro? E come funzionerà la selezione al termine di questo periodo aperto a tutti? Scopriamo insieme le implicazioni di questa riforma.
A partire dal prossimo anno, o al più tardì dal 2026, gli aspiranti camici bianchi si troveranno di fronte a una vera e propria evoluzione nel sistema di immissione ai corsi di Medicina. Intanto, chi desidera iscriversi a questa facoltà potrà accedere liberamente a un semestre-filtro, che sarà aperto a tutti senza nessuna selezione iniziale. Questo significa che l’unico passo da compiere sarà pagare le tasse universitarie e seguire le lezioni nell’ateneo scelto. Non ci saranno più esami di ammissione da affrontare, un aspetto che potrebbe semplificare la vita di molti giovani.
L’idea principale di questo cambiamento è rendere il corso di laurea perfino più inclusivo, facilitando l’accesso a un numero maggiore di studenti. La riforma è stata pensata per rispondere a una domanda crescente di medici, che si stima potrà ammontare a ben 30.000 nuove unità nei prossimi sette anni. Per far fronte a questa esigenza, non si vuole solamente aumentare il numero di studenti iscritti, ma anche migliorare l’orientamento dei giovani già durante le scuole superiori, con percorsi formativi mirati. Tuttavia, ci sono anche dei rischi: l’assenza di un test d’ingresso non significa che il percorso sarà privo di ostacoli, anzi, si prevede una competizione sempre più accesa tra gli studenti, con possibili complicazioni logistiche e sul fronte del personale universitario.
Come funzionerà la selezione al termine del semestre-filtro
Anche se il test d’ingresso iniziale a Medicina sarà eliminato, non si deve pensare che scomparirà del tutto il numero chiuso. L’importanza del semestre-filtro sarà attribuita a percorsi di studio e corsi specifici, frequentati dagli studenti. Durante questo periodo, gli iscritti dovranno cimentarsi in corsi caratterizzanti, i cui risultati saranno utilizzati per stilare una graduatoria di merito. Questa graduatoria si baserà sui crediti formativi ottenuti durante il semestre e servirà a indirizzare gli studenti verso il corso di studi più adatto alle loro attitudini e capacità.
Non tutti, quindi, potranno accedere al secondo semestre. Sarà infatti necessario collocarsi in una determinata posizione della classifica finale, per poter continuare il proprio percorso di studi in Medicina. Tuttavia, è importante segnalare che anche chi non rientra tra i migliori avrà la possibilità di vedere riconosciuti i propri crediti, permettendo così di proseguire gli studi in altri indirizzi universitari. Questo approccio, pur mantenendo una forma di selezione, offre opportunità ai ragazzi, evitando che il lavoro svolto nel semestre-filtro venga vanificato.
La riforma, insomma, promette di rinnovare il modo in cui i giovani si affacciano alla professione medica, mantenendo un certo equilibrio tra accessibilità e qualità. Con questa impostazione, il sistema universitario potrebbe rispondere in modo più efficace alle future esigenze del settore sanitario, valorizzando le potenzialità di ogni studente.