Le incredibili verità sulle battaglie dell’antichità e del Medioevo: cosa non ti dicono i film

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Il mondo delle battaglie nel Medioevo e nell’Antichità è spesso rappresentato in modo spettacolare nei film e nelle serie tv.

Ma quanto di questa rappresentazione è fedele alla realtà storica? Conoscere la verità dietro ai combattimenti dell’epoca è fondamentale per capire come si affrontava la guerra prima dell’epoca moderna. Scopriamo insieme le differenze tra ciò che ci viene mostrato e quello che accadeva realmente sul campo di battaglia.

La realtà delle battaglie medievali

Le battaglie medievali, quelle vere, non somigliavano affatto alle coreografie che spesso vediamo sul grande schermo. I combattimenti non erano caratterizzati da scontri frenetici e scomposti, ma piuttosto da formazioni ordinate. Gli eserciti raramente si mescolavano in mischie caotiche, perché mantenere la coesione era essenziale. Infatti, nella maggior parte dei conflitti, i soldati formavano linee serrate, cercando di mantenere il proprio gruppo in ordine, per garantire supporto e protezione reciproci. Senza una buona disciplina, il rischio di panico e fuga sarebbe stato troppo alto. Questa strategia permetteva ai comandanti di coordinare le proprie truppe, mantenendo il controllo nell’inevitabile caos della guerra.

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Medioevo, quel che c’è da sapere a riguardo (vivereateneo.it – Canva)

Dopo aver affrontato l’tema della disciplina, ci si rende conto di un altro aspetto cruciale: la psicologia. Il morale dei soldati giocava un ruolo fondamentale. Combattere fianco a fianco con i propri compagni dava un senso di sicurezza e potrebbe anche influenzare il modo in cui i guerrieri reagivano al pericolo. Immaginate di trovarvi da soli di fronte all’inevitabile morte in battaglia, come ci si potrebbe sentire? A confronto, combattere in formazione offriva una protezione collettiva, che riduceva il carico psicologico dell’affrontare la morte da soli. Le battaglie erano perciò una questione di strategia, ma anche di sostegno morale tra i guerrieri.

Uniformi e riconoscimenti battaglieschi

Se le rappresentazioni di battaglia sullo schermo ci mostrano soldati in armature scintillanti e colori vivaci, la verità è che in epoche precedenti al XVII secolo, i guerrieri non avevano uniformi standardizzate. Senza un modo chiaro per distinguere un amico da un nemico, il campo di battaglia diventava un vero e proprio disastro. La presenza di stendardi e bandiere era quindi vitale. Gli eserciti si raggruppavano attorno a simboli che rappresentavano le loro città, i loro re o signori. Questi simboli non solo servivano come punti di riconoscimento, ma anche come fonte di motivazione e speranza per i soldati.

Nel contesto della guerra dei Cent’Anni, ad esempio, differenziare un soldato inglese da uno francese basandosi su abbigliamento e armi sarebbe stato del tutto impossibile. Durante i combattimenti, le bandiere svolgevano un ruolo fondamentale: i soldati si raggruppavano attorno ai loro simboli per non perdersi e per mantenere la loro posizione. Prendere possesso delle bandiere nemiche non rappresentava solo un trionfo, ma infliggeva shock psicologico, minando il morale dei guerrieri avversari.

Alcuni esempi più antichi mostrano come già gli opliti greci dipingevano i simboli delle loro famiglie sugli scudi, mentre nel Giappone feudale i samurai portavano sashimono, piccole bandierine che indicavano il loro clan. Il riconoscimento visivo era, quindi, cruciale, ancor più nei periodi di confusione e caos durante gli scontri.

L’evoluzione dell’uniforme militare

La vera rivoluzione nella guerra avvenne solo nel XVII secolo, con la nascita dell’uniforme come la conosciamo oggi. Questa novità stravolse completamente il concetto di riconoscimento sul campo di battaglia. I sovrani cominciarono a imporre colori e segni distintivi sui propri eserciti, facilitando il riconoscimento delle proprie truppe e rendendo il campo di battaglia un luogo meno confuso e più organizzato. I monarchi dell’epoca, come quelli di Francia e Svezia, furono tra i pionieri di questa scelta, cambiando per sempre il volto della guerra.

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Medioevo, non è proprio come nei film: tutte le verità e sfaccettature del periodo storico (vivereateneo.it – Canva)

Passare da formazioni disordinate a strutture di comando più chiare segnò un importante passo avanti nella storia militare. Con le uniformi, il potere di controllare truppe divenne più semplice e organizzato, migliorando l’efficienza complessiva delle strategie militari. Inoltre, le bandiere e i colori divennero simboli di identità nazionale, creando un forte legame tra i soldati e il proprio paese.

Dunque, ciò che sembra banale oggi, come indossare una semplice uniforme, ha radici molto profonde nella storia. Il passaggio dall’anarchia sulle battaglie a un’organizzazione più razionale ha avuto un impatto significativo. Non solo sulla condotta della guerra, ma anche sul modo in cui le società compresero e vissute al loro interno, traendo esperienza e insegnamenti da conflitti passati.