Guardiano del faro, ecco perché questo lavoro sta scomparendo: i dettagli e le curiosità della vicenda che lascia tutti senza parole
La figura del guardiano del faro evoca un’immagine romantica e suggestiva, che lascia spazio alla nostalgia e all’emozione. Questa professione, che per anni ha rappresentato un ponte tra il mare e la terra ferma, sta tuttavia andando in declino a causa dei progressi tecnologici. Mentre l’immagine di un uomo anziano con la barba bianca che veglia solitario su una torre di luce continua a brillare nella nostra immaginazione, la realtà è ben diversa. Oggi, i sistemi di illuminazione e segnalazione marittima sono per lo più gestiti da remoto, riducendo il necessario intervento umano. Questo articolo esplorerà la storia affascinante dei guardiani dei fari, la loro evoluzione e il futuro di questa professione.
Il guardiano del faro nella storia: un ruolo fondamentale
La figura del guardiano del faro, conosciuto anche come farista o operatore nautico, ha vissuto un’evoluzione notevole nel corso dei secoli. In passato, il suo compito era di vitale importanza e richiedeva competenze tecniche e un’incredibile dedizione. Durante l’Ottocento e nei primi anni del Novecento, i fari erano dotati di lampade a olio di paraffina, il che obbligava questi professionisti a vigilare costantemente sulla lanterna. Un errore poteva avere conseguenze disastrose per le imbarcazioni in transito: per questa ragione, la figura del guardiano del faro era un vero e proprio bastione della sicurezza marittima.
Negli anni successivi, la tecnologia avanzò e i fari cominciarono a dotarsi di lampade elettriche. Anche se il passaggio a queste nuove tecnologie semplificò parzialmente il lavoro, la supervisione umana rimaneva cruciale. I guardiani dovevano continuare a monitorare il funzionamento delle luci, garantendo che tutto fosse in perfette condizioni. Non si occupavano solo dell’illuminazione; i fari erano attrezzati anche con trombe di segnalazione, per avvertire le navi della presenza della costa in condizioni di scarsa visibilità. Questo aspetto del lavoro mostrava la versatilità della professione, con il guardiano sempre pronto a fronteggiare situazioni difficili.
Il guardiano del faro oggi: come è cambiato il mestiere
Oggi in Italia, i fari sono gestiti dalla Marina Militare Italiana, e la figura del guardiano del faro ha subito notevoli cambiamenti. Dopo il 1994, l’approccio per entrare nel mondo dei fari è mutato. Anteriormente, era richiesto di superare un concorso pubblico, mentre ora è previsto un corso di specializzazione a La Spezia. Questo corso prepara i futuri guardiani ad affrontare le problematiche attuali e a comprendere l’uso delle tecnologie moderne.
Attualmente, la rete dei segnali marittimi italiani include 147 fari e 727 fanali, comprese le boe luminose. Tuttavia, un aspetto cruciale da notare è la ridotta necessità di guardiani a tempo pieno. La maggior parte delle operazioni può essere controllata da remoto, con un incremento dell’uso delle tecnologie automatizzate che ha reso superfluo il lavoro continuo di un guardiano. Si stima che attualmente in Italia ci siano soltanto un centinaio di faristi, la cui principale funzione è quella di effettuare manutenzioni periodiche e controlli occasionali.
Il futuro dei guardiani del faro: una professione in via di estinzione?
Negli ultimi anni, il numero di guardiani del faro è in costante diminuzione, e le proiezioni non sono per niente ottimistiche. Si prevede che entro il 2030 il numero di questi professionisti potrebbe avvicinarsi allo zero, un dato che porta a riflettere sulle implicazioni culturali e storiche di questa scomparsa. La tecnologia continua a dominare, ma il mito del guardiano del faro resiste, alimentato da film e racconti che evocano una vita semplice ma significativa, spesso in contrasto con la frenesia del mondo moderno.
La perdita di queste figure iconiche potrebbe significare anche la perdita di una tradizione marittima che ha segnato intere generazioni. I fari, insieme ai loro custodi, hanno rappresentato autentici punti di riferimento per navigatori e marinai, un simbolo di speranza e sicurezza in acque tempestose. L’evoluzione della tecnologia non ha solo cambiato il modo di operare, ma ha anche tirato in ballo una questione più ampia: quale sarà il futuro delle professioni legate al mare e alla navigazione? Mentre ci avviamo verso un’era sempre più digitale, resta da vedere come preservare la memoria e il valore di queste storiche figure professionali.