Il 71% dei bambini con balbuzie soffrono di discriminazione. Le statistiche a riguardo sono davvero a dir poco allarmanti.
Il recente rapporto annuale dell’Osservatorio “Viva Voce”, reso noto in concomitanza con la Giornata Internazionale della “Consapevolezza sulla Balbuzie”, ha messo in luce una situazione allarmante riguardo i bambini e i giovani affetti da disturbi del linguaggio. Le statistiche raccolte rivelano un quadro drammatico che merita attenzione.
L’indagine, condotta su un campione di 110 bambini e ragazzi affetti da balbuzie, insieme a 114 genitori, ha svelato un fatto allarmante: più di sette bambini su dieci hanno vissuto esperienze di derisione o discriminazione legate al loro modo di parlare. Questo fenomeno, definito Voice Shaming, risulta essere terribilmente comune, specialmente tra i più giovani. Statisticamente, il 71% dei partecipanti ha confermato di aver subito situazioni di emarginazione e scherno. La scuola emerge come il principale luogo in cui avviene questo tipo di bullismo, contribuendo a creare un ambiente ostile per chi già fatica ad esprimersi.
Ma non è tutto. La ricerca ha evidenziato che il 61% di questi episodi avviene tra le mura scolastiche, un contesto che dovrebbe invece promuovere inclusione e supporto. Paradossalmente, il 34% dei casi di discriminazione si verifica anche in contesti di svago, come parchi e luoghi sportivi, dove ci si aspetterebbe di poter giocare e socializzare liberamente. Gli atti di derisione, imitazione e commenti negativi non solo influiscono sull’autostima dei giovani, ma creano una spirale di isolamento che può durare nel tempo.
Le ripercussioni psicologiche della discriminazione non possono essere sottovalutate. Gli effetti del Voice Shaming si manifestano in profondi disagi emotivi che colpiscono non solo la sfera sociale, ma anche quella personale. Tristezza, vergogna e rabbia sono solo alcune delle emozioni che i bambini balbuzienti sperimentano in seguito a situazioni discriminatori. Secondo lo studio, il 31% dei ragazzi ha dichiarato di sentirsi triste, il 26% prova vergogna, mentre il 25% ha manifestato sentimenti di rabbia verso le ingiustizie vissute. Questo mix di emozioni contribuisce a una ridotta qualità della vita e a difficoltà nel formare relazioni significative.
Inoltre, il disagio psicologico è spesso associato a un comportamento di evitamento. Molti giovani evitano di partecipare ad occasioni sociali per paura di essere giudicati o ridicolizzati, limitando le proprie interazioni e precludendo opportunità di amicizia tese. La lotta non è solo linguistica; si tratta anche di affrontare i vortici di emozioni negative che influenzano la vita quotidiana. La sfida contro tali sentimenti è spesso invisibile e solitaria, trasformando l’esperienza quotidiana in una battaglia interna.
Secondo le stime, in Italia circa 3 milioni di persone soffrono di qualche forma di disturbo del linguaggio. Questo dato evidenzia un problema che ben va oltre la sfera individuale; le persone che lottano con la balbuzie spesso vivono episodi di esclusione non solo nelle relazioni interpersonali, ma anche in contesti sociali e lavorativi. Questi disturbi non si limitano a influenzare l’infanzia; possono protrarsi anche nell’età adulta, continuando a creare barriere che impediscono una piena partecipazione nella società.
Il documento dell’Osservatorio “Viva Voce” serve come monito per tutti. La necessità di sensibilizzazione su questi problemi è cruciale, non solo per affrontare il fenomeno del Voice Shaming, ma anche per garantire che le persone affette da disturbi del linguaggio possano ricevere il supporto di cui hanno bisogno. È fondamentale creare ambienti di accettazione, dove la diversità nella comunicazione venga vista come una ricchezza e non come una debolezza. La società deve agire, perchè i bambini e i ragazzi, così come gli adulti, meritano di vivere senza timore e di essere ascoltati.