Il figlio della celebre ex Miss Italia Martina Colombari e del famoso calciatore Alessandro Costacurta ammette la sua dipendenza.
La loro storia si tinge di sfide e cambiamenti avvenuti in seguito a esperienze che molti adolescenti vivono oggi. Per il giovane, i social network non sono stati solo una forma di intrattenimento, ma un vero e proprio gioco d’azzardo che ha rischiato di condizionare la sua vita. La sua testimonianza mette in luce le insidie del mondo digitale e il recupero personale sotto il sostegno familiare.
Il giovane ha raccontato apertamente della sua esperienza con quella che lui stesso avverte come una dipendenza dai social. Secondo le sue parole, il tempo trascorso online era una vera e propria fuga dalla realtà, dove le ore si allungavano e le giornate scorrevano senza una vera direzione. “Era come stare sempre in un gioco d’azzardo” ha affermato, sottolineando la difficoltà nel districarsi tra la vita vera e quella virtuale. In quelle giornate trascorse a letto, il telefono diventava il suo unico compagno, mentre scorreva i profili altrui, provando in qualche modo a competere senza mai sentirsi davvero appagato. Il confronto con gli altri era costante e consumante.
La situazione è cambiata quando ha trovato la forza di affrontare e superare questo tipo di dipendenza. Grazie al supporto dei suoi genitori, che lo hanno capito e sostenuto, il giovane è riuscito a rimettere ordine nelle sue giornate. “Adesso non sento più la schiavitù di quel mondo” ha spiegato, dando un senso di liberazione e di riscoperta personale. Senso di libertà significa ora scegliere come e quando interagire, un passaggio fondamentale per recuperare il controllo sulla propria vita. Questo cambiamento è segno di crescita, una lezione che può rivelarsi utile non solo per lui, ma per tutti i giovani alle prese con le stesse tempeste emotive.
Il giovane ha anche riflettuto sulla sua evoluzione nei rapporti familiari, in particolare con i genitori. Da bambino, vedeva i genitori come avversari, ma crescendo, quel punto di vista è cambiato. Una volta che ha realizzato che ogni loro azione fosse guidata dal bene, la sua prospettiva ha subito una sorta di metamorfosi. In effetti, ha capito che l’amore genitoriale può manifestarsi anche attraverso le regole e le imposizioni, che in quel momento sembravano ingiuste. “Non meritavano di soffrire a causa mia” ha dichiarato, mostrando un sincero pentimento e una comprensione più profonda di cosa significhi il legame familiare.
Il processo educativo tra genitori e figli non è sempre semplice, e la Colombari ha rivelato le sue sfide nell’affrontare il comportamento del ragazzo a scuola, dove spesso il figlio ha mostrato difficoltà nel seguire le regole. “No, mamma non è come credi” era la sua risposta ricorrente, mentre la madre cercava di navigare in mare così tempestoso di adolescenti ribelli. Le esperienze del figlio, dal disguido tenero a episodi più complicati, hanno portato a decisioni drastiche. La prova per la madre è stata continuare a essere una guida, nonostante le inevitabili delusioni.
Raggiungere una sintonia positiva ha richiesto pazienza e impegno reciproco. Appoggiandosi a pratiche come i premi per i buoni comportamenti, hanno scoperto che non ci sono soluzioni uniche, ciascuno deve affrontare le proprie battaglie. Questo riconoscimento ha trasformato il loro rapporto, portandoli a costruire una nuova amicizia, dove il rispetto e la comprensione reciproca hanno preso piede.
Con il peso delle esperienze accumulate, il giovane ha ora chiaro un obiettivo: tornare a studiare. “Mi presenterò all’esame senza frequentare”, ha affermato, riconoscendo che l’apprendimento non deve essere necessariamente legato a un ambiente scolastico tradizionale. Questa attitudine arricchisce il suo percorso e sottolinea una nuova consapevolezza. Nonostante il cammino tortuoso, ha trovato la forza di assumere il controllo delle sue scelte future, prendendo le redini della sua vita.
Tuttavia, il percorso non è stato facile. Un capitolo difficile è stato rappresentato dal periodo trascorso in un centro penale, un’esperienza che ha segnato profondamente la sua formazione. Ha descritto le condizioni di vita dure e severe, non risparmiando dettagli su come le sanzioni influissero anche sulla disponibilità del cibo. Una prova olistica che ha messo a dura prova e ha costretto a un confronto difficile con se stesso.
Nonostante tutto, ha assorbito le lezioni della vita. “Sbagliando si impara” è il messaggio chiave che porta con sé, con una riflessione sulla fortuna di averlo compreso in tempo utile, prima che fosse troppo tardi. Questa esperienza, sebbene complessa e traumatizzante, ha aperto la porta a nuovi orizzonti.
Infine, non si può trascurare il contesto generale in cui si inseriscono queste storie. I recenti studi evidenziano un crescente problema di dipendenza da social network tra i giovani. Interessante notare che il fenomeno non riguarda solo una singola persona, ma influisce su un’intera generazione, con ragazzi che passano da una a tre ore online, mentre uno su cinque supera le quattro ore di attività sui social. Questo comporta riflessioni importanti e ci sfida ad esplorare le cause e le possibili soluzioni a tali situazioni critiche.
Promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e supportato da università, lo studio ‘Alfabetizzazione mediatica e digitale a tutela dei minori’ getta un faro su comportamenti, opportunità e le paure dei più giovani impegnati in questo vasto universo digitale. Una realtà che richiede una maggiore consapevolezza e interventi mirati per arginare le sfide della navigazione online e promuovere l’educazione mediatica.