I giovani si trovano a fronteggiare un futuro pieno di incognite. Tra cambiamenti rapidi sul mercato del lavoro il contesto è imprevedibile.
In questo scenario, il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, ha espresso con chiarezza la necessità di ripensare il sistema educativo. Durante una recente cerimonia a Bari inaugurando il Festival delle Regioni, ha sottolineato come sia cruciale preparare i giovani a nuove sfide lavorative attraverso una formazione continua e dinamica.
Oggi, i giovani vivono un periodo di grande instabilità e incertezza economica, con un mercato del lavoro che cambia a ritmi spediti. Le professioni che esistevano solo pochi anni fa stanno rapidamente evolvendo o scomparendo, mentre i nuovi mestieri richiedono competenze del tutto inedite. Non si tratta più solo delle capacità tecniche tradizionali ma anche di soft skills, come la comunicazione e il pensiero critico, che diventano sempre più fondamentali. Fedriga ha messo in evidenza come sia necessario un cambiamento nel paradigma educativo attuale. La formazione, insomma, deve adattarsi, insegnando ai giovani a formarsi e a riformarsi per affrontare le incertezze di un futuro che rimane ignoto.
In un contesto dove i lavori di domani non sono ancora definiti, è fondamentale che le politiche giovanili non siano costruite in modo isolato. Fedriga ha affermato che le decisioni devono coinvolgere i giovani stessi. Ma, porre le loro esigenze in primo piano non è solo una questione di opportunità di lavoro. È anche una forma di rispetto nei loro confronti. L’approccio tradizionale di considerare i giovani come una categoria da proteggere e sostenere non tiene conto del fatto che le loro competenze e opinioni possano essere un valore aggiunto per la società. Ecco perché, in questo festival dedicato alla generazione Z, l’interazione diretta è considerata essenziale.
L’importanza della formazione continua non è una novità nel settore educativo. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ocse, i docenti possono trarre enormi benefici da un aggiornamento costante, sia per migliorare le loro capacità professionali sia per fornire un’istruzione di qualità. Questa formazione può avvenire sotto varie forme, dai corsi formali a seminari, conferenze e workshop. Le nuove tecnologie, infatti, offrono anche ampie opportunità online, permettendo agli insegnanti di restare al passo con le novità del loro campo. La legge 107, conosciuta come Buona Scuola, ha introdotto l’obbligo di questa formazione dal 2015, segnalando un passo significativo verso un miglioramento crescente del sistema scolastico.
L’Ocse ha anche evidenziato come la partecipazione a reti professionali e collaborazioni formalizzate siano componenti vitali per la crescita continua degli insegnanti. Queste interazioni non solo hanno un impatto diretto sullo sviluppo professionale, ma si riflettono anche in un insegnamento più efficace. Quando gli insegnanti hanno l’opportunità di crescere e migliorare, è probabile che gli studenti ne traggano beneficio diretto in termini di apprendimento e risultati scolastici. Diversi studi hanno dimostrato che il miglioramento delle competenze degli insegnanti è correlato ad un incremento significativo nell’apprendimento degli studenti.
Il discorso di Fedriga si focalizza sull’importanza cruciale dell’ascolto attivo. Per troppi anni, la conversazione sui giovani è stata dominata da stereotipi e percezioni distorte. I programmi di sviluppo non possono più essere impostati senza un dialogo aperto con i soggetti coinvolti. È imperativo riconoscere che i giovani hanno una voce e che questa voce deve essere parte integrante delle politiche che li riguardano. In un’era in cui il digitale gioca un ruolo sempre più prevalente, è essenziale non solo ascoltare, ma anche integrare le loro idee negli spazi virtuali.
Questo approccio rinnovato aiuterà a creare un ambiente più inclusivo e responsabilizzante. Stimolare i giovani a partecipare è il primo passo per permettere loro di prendere parte attivamente al loro futuro. L’importanza di attrarre la generazione Z nelle conversazioni attuali e futuri non dovrebbe essere sottovalutata. Infatti, coinvolgerli in maniera significante può rappresentare una spinta decisiva non solo per le loro carriere ma anche per l’intero sistema economico e sociale. La vera sfida? Creare opportunità concrete e spazi in cui le idee dei giovani possano manifestarsi pienamente.