Dipendenza da smartphone e social media: come proteggere i vostri figli nel 2024

La dipendenza da social e smartphone sta diventando un problema sempre più evidente. Ecco come proteggere i figli da tutto questo.

Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha recentemente partecipato alla trasmissione Tagadà su La7, affrontando con spontaneità alcune domande da parte degli spettatori, tra cui una madre afflitta dalla dipendenza da smartphone e social media del proprio figlio. Le sue risposte, schiette e incisive, offrono uno spaccato interessante sulla questione della tecnologia e dei rapporti interpersonali, dando spunti di riflessione a genitori ed educatori.

Durante il suo intervento, Crepet ha suggerito in modo diretto e audace una soluzione per affrontare la dipendenza digitale: “Mettete il cellulare in cassaforte e dite ai figli di andare a fare una bella passeggiata per capire cosa hanno dentro.” A volerlo rendere un po’ più comprensibile, il suo messaggio sembra sottolineare l’importanza di staccarsi dalla tecnologia per poter riflettere e ricaricarsi mentalmente. Questa proposta ha il potere di far pensare ai genitori su quanto sia cruciale l’interazione umana e la connessione con la realtà fisica che ci circonda.

Crepet ha continuato la sua riflessione ponendo l’accento sulla necessità di un’osservazione attenta dei cambiamenti nei comportamenti sociali dei ragazzi. “Il maestro è quello che vede che stai uscendo dal gruppo, che non rispondi più, che hai cambiato modo di vivere.” In questo contesto, risalta una difesa attiva contro il dolore e le difficoltà legate all’uso smodato dei social media. Allo stesso tempo, i consigli di Crepet spronano a un’interazione genuina e a un sincero riconoscimento delle proprie emozioni, un passo fondamentale verso il miglioramento della vita sociale dei giovani.

Una nuova politica scolastica a Torino

Rispondendo al crescente allarme riguardante la dipendenza da smartphone, molte scuole, come un liceo scientifico di Torino, stanno adottando misure drastiche. Gli studenti di prima e seconda superiore sono ora obbligati a riporre i cellulari negli armadietti al loro arrivo a scuola, per poi recuperarli al termine delle lezioni. Questa decisione è stata presa dopo aver osservato che, anche durante gli intervalli, gli studenti tendevano a restare seduti, concentrati sui loro smartphone invece di interagire tra di loro.

Paolo crepet indica soluzioni per quanto riguarda la dipendenza da smartphone esocial media nei ragazzi (vivereateneo.it – Instagram Bibliotecaborghesiana)

La dirigente scolastica ha spiegato che la situazione era diventata insostenibile. “I docenti li sgridavano, ma loro rispondevano che era il loro tempo libero,” ha spiegato. Uno dei punti critici di questa nuova regola è il metodo scelto, che alcuni considerano poco pratico. Nonostante le critiche, quello degli armadietti rappresenta una via di compromesso per garantire un ambiente educativo più interattivo. Eppure, l’idea di lasciare il cellulare in uno zaino è vista come una possibile alternativa che potrebbe rivelarsi più comoda, sebbene le possibilità di distrazioni rimangano elevate.

La circolare che ha dato vita a questa misura non solo riguarda i cellulari, ma include anche smartwatch e tablet. Chiarisce che gli smartphone sono stati definiti “fonte di distrazione dalle attività didattiche e alienazione dai rapporti interpersonali.” Tuttavia, non tutte le studentesse concordano con questa decisione. Un’alunna ha prospettato le sue preoccupazioni, lamentando che “ci è stato tolto uno strumento per lavorare meglio su computer, dato che siamo una classe 3.0.” La tensione tra la necessità di regolamentare l’uso della tecnologia e il desiderio di sfruttarla per fini educativi rappresenta un dilemma contemporaneo.

Un percorso educativo da ripensare

La questione della dipendenza da smartphone e social media solleva interrogativi fondamentali su come le scuole e le famiglie possano affrontare questa sfida. In un mondo dove i dispositivi mobili sono all’ordine del giorno, è necessario riflettere se politiche come quelle adottate a Torino siano davvero efficaci. È un dibattito che coinvolge studenti, genitori, educatori e psicologi. La risposta non è semplice. Mentre le scuole si sforzano di creare ambienti più produttivi, i ragazzi che vivono in un’era digitale richiedono un approccio maturo e bilanciato.

Dipendenza dallo smartphone, perché è un problema così grande (vivereateneo.it – Canva)

Il discorso di Crepet e le decisioni assunte da istituzioni scolastiche pongono l’accento sulla necessità di un dialogo aperto e onesto tra adulti e ragazzi. È fondamentale che le nuove generazioni capiscano l’importanza di essere se stessi, come ha esortato Crepet, svincolati da un copione preimpostato. Solo attraverso la consapevolezza e il supporto all’interno di un ambiente educativo può emergere un uso responsabile e proficuo delle tecnologie moderne. In un certo senso, la vera sfida è quella di integrare il mondo digitale e quello reale in modo da favorire relazioni significative e un benessere generale.

Published by
Christian Camberini