In Italia, la questione debiti rappresenta un tema di crescente preoccupazione per molti cittadini, specialmente vicini all’età pensionabile.
Recentemente, con l’introduzione di nuove misure, è emerso un allarme: il blocco della pensione per debiti in sospeso con il fisco. Questa novità ha creato un clima di incertezza tra gli italiani, sollevando interrogativi su come le cartelle esattoriali non pagate possano influenzare la sicurezza finanziaria durante la vecchiaia.
Le cartelle esattoriali sono strumenti attraverso i quali l’Agenzia delle Entrate Riscossione cerca di recuperare i crediti fiscali. Queste possono derivare da vari tipi di debiti, quali l’IMU, la TARI, il bollo auto, l’IRPEF e altri tributi, nonché da sanzioni per violazioni del Codice della Strada. Tuttavia, non tutte le cartelle esattoriali incidono direttamente sulla pensione. È cruciale distinguere tra i diversi tipi di debiti e comprendere quali di essi possano avere un impatto diretto sul diritto pensionistico.
Debiti e rischio pensione: cosa fare
Uno dei casi più critici riguarda le cartelle esattoriali legate ai contributi previdenziali non versati all’INPS. Questi contributi sono essenziali per costruire la pensione, poiché determinano il montante previdenziale necessario per calcolare l’assegno pensionistico. Se un lavoratore autonomo, ad esempio, ha versato contributi per soli 19 anni, ma ha un anno di contributi dovuti e non versati, può trovarsi nell’impossibilità di accedere alla pensione di vecchiaia fino al saldo del debito. In questa situazione, il pagamento del debito contributivo, inclusi sanzioni e interessi, diventa fondamentale per ottenere il diritto alla pensione.
Per chi è già in pensione, il rischio di pignoramento è una realtà concreta. L’Agenzia delle Entrate Riscossione può disporre un pignoramento presso terzi, chiedendo all’INPS di trattenere una parte della pensione mensile. Inoltre, se il pignoramento non avviene direttamente sulla pensione, potrebbe avvenire sul conto corrente nel momento in cui l’importo pensionistico viene accreditato, mettendo a rischio la stabilità economica del pensionato.
Per evitare tali situazioni, è consigliabile saldare le cartelle esattoriali prima di avvicinarsi alla richiesta di pensione. In questo modo, i contributi versati verranno conteggiati nel calcolo pensionistico, permettendo di raggiungere i requisiti necessari senza ostacoli. Inoltre, per chi ha già iniziato a percepire la pensione, il pagamento dei debiti previdenziali arretrati può portare a un ricalcolo dell’importo pensionistico. Presentando all’INPS una domanda di ricostituzione della pensione, è possibile includere i contributi versati tardivamente, ottenendo un eventuale aumento dell’assegno.
Un’altra misura di cui i contribuenti possono avvalersi è la rottamazione delle cartelle esattoriali. Questa procedura consente di rateizzare il debito e, una volta completato il piano di pagamento, richiedere un ricalcolo della pensione se i debiti pregressi riguardano contributi previdenziali con l’INPS. Anche in questo caso, i versamenti effettuati verranno considerati ai fini pensionistici, potenzialmente incrementando l’importo finale della pensione.
La gestione oculata dei debiti fiscali risulta quindi essenziale per garantire una pensione serena e soddisfacente. La conoscenza delle proprie posizioni debitorie e delle opzioni disponibili per sanarle può fare la differenza tra una vecchiaia tranquilla e una costellata di problemi finanziari. Mantenere un dialogo aperto con l’Agenzia delle Entrate e l’INPS, nonché considerare l’assistenza di professionisti del settore fiscale e previdenziale, può aiutare a navigare queste complessità e a mettere al sicuro il proprio futuro economico.