Alessandro Barbero, noto storico e divulgatore, recentemente ha ricevuto un importante riconoscimento dalla scuola di archivistica, paleografia e diplomatica dell’Archivio di Stato di Firenze, suscitando l’interesse dei media nazionali. In pensione da poco, Barbero ha condiviso alcune riflessioni sul suo percorso professionale e sull’importanza degli archivi, oltre a un messaggio prezioso per le nuove generazioni di studenti.
Il diploma honoris causa concesso a Barbero rappresenta non solo un tributo alla sua carriera, ma anche un’importante valorizzazione del lavoro svolto nei luoghi di archivio. Con entusiasmo, il celebre storico ha dichiarato: “Ricevere questo diploma per me è un punto di arrivo di una vita che ho passato in luoghi come questo”. Il suo amore per gli archivi è evidente: questi spazi, per lui, non sono semplici depositi di documenti, ma luoghi di vita e di memoria. La gioia di passare del tempo in archivio è palpabile nelle sue parole; ha rivelato di pianificare giorni liberi per dedicarsi a questa attività che considera un vero e proprio divertimento. È interessante notare come la sua passione susciti spesso scetticismo negli altri, che non riescono a comprendere l’emozione di “dialogare” con le voci del passato.
Barbero ha sottolineato come il diploma rappresenti una sorta di coronamento per anni di dedizione e lavoro in questo settore, e ha espresso il suo entusiasmo per aver contribuito a diffondere un’informazione storica basata su documenti e fonti archivistiche. Le sue parole appassionate mettono in risalto l’importanza della conoscenza storica, essenziale per comprendere il nostro presente.
In occasione della cerimonia di conferimento del diploma, Barbero ha tenuto una lezione dedicata alla battaglia di Montaperti, un evento storico cruciale del 1260. Durante questo intervento, ha voluto dedicare un messaggio motivazionale agli studenti che aspirano a intraprendere percorsi universitari nelle facoltà umanistiche, spesso criticate per la loro presunta mancanza di prospettive lavorative. Le sue parole si sono rivelate incoraggianti e di supporto: “Se ti appassiona la filosofia, la storia o la linguistica iscriviti ad una facoltà umanistica”. Barbero ha sfatato il mito dell’insuccesso economico, affermando che nonostante non ci si possa aspettare di diventare ricchi, le opportunità lavorative non mancano, in particolare nell’insegnamento, una professione che definisce “uno dei lavori più belli del mondo”.
Questo messaggio di ottimismo è accompagnato da una riflessione sui luoghi comuni che circondano le scelte professionali, ai quali Barbero risponde con determinazione. Il suo desiderio di incoraggiare i giovani a scegliere secondo le loro passioni è evidente, e invita a non farsi intimidire dai pregiudizi sulla loro formazione.
Dopo una lunga carriera trascorsa all’università del Piemonte Orientale, dove ha insegnato con passione, Barbero ha recentemente parlato delle sfide che ha affrontato come docente. In un’intervista rilasciata a La Stampa, ha toccato il tema della crescente burocratizzazione del lavoro accademico. Secondo lui, le pressioni amministrative e le aspettative crescenti hanno reso un mestiere che dovrebbe essere gratificante particolarmente stressante. Barbero ha messo in evidenza come le responsabilità aggiuntive stiano trasformando il ruolo degli insegnanti, complicando un lavoro che dovrebbe essere puro insegnamento e scoperta.
Riguardo alla nuova generazione, il suo sguardo è equilibrato. Nonostante i cambiamenti nel modo in cui i giovani affrontano la vita oggi, Barbero ha chiaramente affermato che la qualità non è diminuita. Le passioni rimangono, anche se i ragazzi possono sembrare più vulnerabili e spaventati. Le incertezze del futuro premiano l’importanza di un approccio equilibrato nelle relazioni studente-insegnante. Uno dei punti critici è la gestione della libertà data agli studenti, un aspetto che Barbero considera positivo, sebbene riconosca che a volte questo possa portare alla dispersione degli stessi. La sua carriera è un esempio vivo di come passione e dedizione possano tracciare un percorso significativo per le nuove generazioni, spronandole a seguire ciò che amano davvero.