L’Assegno di inclusione, non bisogna superare questa soglia se non si vogliono avere problemi: potrebbe essere revocato all’istante.
L’assegno di inclusione è la misura che ha sostituito il reddito di cittadinanza. Uno dei primi provvedimenti che il governo Meloni ha attuato, coerente con quanto promesso agli elettori in campagna elettorale. Ovviamente l’eliminazione del reddito di cittadinanza ha creato una serie di polemiche, diverse le persone che hanno perso il sussidio e che si sono ritrovate in una situazione non facile, soprattutto perché prive del lavoro. I vertici governativi hanno tuttavia previsto l’assegno di inclusione come aiuto economico per chi si trova in situazioni critiche.
Per percepire questa misura è necessario avere i requisiti di legge, è rispettare alcune regole. Anche per questo se si superano determinate soglie indicate dagli appositi protocolli, e si perdono i riferimenti indicati, è possibile l’immediata revoca dell’assegno. Sono state anche indicate le conseguenze per chi non rispetta la normativa. Lo scorso ottobre l’Inps ha reso noto un documento con cui si forniscono tutte le indicazioni a coloro che iniziano a lavorare e nel frattempo percepiscono il sussidio.
Salvi certi limiti, solitamente l’assegno di inclusione non è generalmente compatibile con l’attività lavorativa. Per questo quando si inizia una professione, sia da dipendente che d’autonomo, è necessario seguire alcuni comportamenti indicati dall’ente di previdenza. Tra gli obblighi c’è la tempestiva comunicazione dell’avvio di un’attività lavorativa e anche quanto sia il potenziale guadagno annuo. In mancanza di un comportamento corretto l’Inps si avvale della possibilità di applicare le sanzioni e in alcuni casi è previsto anche il penale.
I requisiti per cui si è ottenuto l’assegno di inclusione devono rimanere tali fino a quando si percepisce il beneficio. In caso di sopravvenuto cambiamento occorre dare immediatamente comunicazione all’Inps. L’aumento del reddito causato da una nuova attività va reso noto e comunicato all’ente entro 30 giorni dall’avvio del neo lavoro.
Una volta data la comunicazione l’Inps rivaluterà la situazione e se il reddito annuo supera la soglia dei 6000 mila euro l’assegno può essere revocato. Da ricordare che vanno tenuti in considerazione dall’ente anche i parametri di scala di equivalenza. Di conseguenza se il guadagno previsto dal nuovo lavoro è minore di 3000 euro l’anno l’assegno non varia, se invece è superiore ma non variano le soglie reddituali si riduce.
Infine l’Assegno di inclusione si perde quando si superano le soglie indicate dalla legge e il nuovo lavoro produce un’entrata soddisfacente per garantire il sostentamento famigliare.