La nuova legge di bilancio sta rivoluzionando il tema scuola e organico di sostegno: ecco il motivo, i dettagli e le curiosità
La recente bozza della Legge di Bilancio 2025 ha acceso un campanello d’allarme nel mondo della scuola italiana. I numeri, infatti, parlano chiaro: si stima un possibile abbattimento di circa 6.000 posizioni tra docenti e personale ATA a partire dall’anno scolastico 2025/26. Ma cosa ci dice realmente questo progetto? L’analisi dettagliata e i chiarimenti forniti dal Ministero dell’Istruzione delineano un panorama decisamente più complesso e articolato di quanto possa sembrare a prima vista.
La bozza in discussione non è affatto semplice da decifrare. Dunque, con specifico riferimento, è prevista una riduzione di 5.660 posti per i docenti nell’organico di autonomia. Inoltre, si sottolinea un taglio di 2.174 unità per il personale ATA. Questa situazione è strettamente collegata al blocco del turnover fissato al 25%. Questo chiarimento ha suscitato preoccupazioni diffuse, specie tra gli insegnanti e le figure professionali che operano nelle scuole. Tuttavia, una lettura più attenta dei documenti e delle dichiarazioni ministeriali può far emergere che la situazione non è così drammatica.
Infatti, secondo quanto comunicato dal Ministero dell’Istruzione, si tratta di misure transitorie e non destinate a compromettere l’intero organico della scuola. Quindi, da un certo punto di vista, si potrebbe interpretare questo ridimensionamento come una riflessione su come ottimizzare le risorse, piuttosto che come un vero e proprio smantellamento. Non meno importante è il fatto che si prevedono assunzioni per l’organico di sostegno, il che potrebbe compensare, almeno in parte, le posizioni “perse”.
Con il progredire dell’iter legislativo, saranno presentate ulteriori precisazioni in merito, soprattutto con l’emanazione del decreto sugli organici triennali. Anche il Ministero, tramite le parole del Ministro Valditara, ha reso noto che è previsto un aumento degli investimenti per le assunzioni nel settore del sostegno. Questo è un punto cruciale, in quanto individua una volontà di valorizzare le figure che assistono alunni con disabilità, riconoscendo l’importanza del loro lavoro.
Le nuove immissioni riguarderanno ovviamente sia i precari specializzati nel sostegno, sia quelli delle Graduatorie ad Esaurimento , passando per i concorsi e la prima fascia delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze . Quindi, da questo punto di vista, ci si potrebbe ritrovare in una situazione di riequilibrio, in cui si pongono al centro i docenti di sostegno, un settore che riveste un’importanza fondamentale nell’ambito scolastico.
I dettagli e le specifiche che emergeranno con le misure attuative saranno cruciali per delineare il reale impatto che queste scelte avranno sugli organici della scuola. Benché le preoccupazioni per un restringimento delle risorse umane siano legittime e comprensibili, è altrettanto vero che la storia potrebbe prendere una piega diversa. Infatti, se si considerano le dettate necessità di supportare alunni con bisogni speciali, un potenziale incremento dell’organico di sostegno potrebbe rivelarsi una risposta sostanziale a quest’esigenza.
Il dibattito è quindi aperto e solo il tempo e le scelte politiche che verranno messe in atto potranno dirci con certezza quale sarà il volto della scuola italiana nei prossimi anni. Le sfide da affrontare sono molte e i vari attori del mondo dell’istruzione attendono di conoscere non solo le misure specifiche, ma anche il modo in cui queste verranno integrate nel sistema educativo complessivo. In questo quadro, la trasparenza e la comunicazione da parte del Ministero saranno essenziali per creare un clima di fiducia e sicurezza.